Maggianico RITROVO DI ARTISTI

MAGGIANICO: Lo Stabilimento Balneario Albertini - L'Albergo del « Davide ».
La fama di Maggianico, - già oscuro paesello posto
sulla via provinciale da Bergamo a Lecco, a tre chilometri da questo,
ed ora conosciutissima stazione climatica, popolata di ridenti,
graziose ville e sontuose, - è dovuta a quel nucleo di eletti
artisti, che colla naturale divinatrice intuizione del bello ond'erano
dotati, ne, videro e ne celebrarono le bellezze, vi si riunirono,
lanciando da quivi al mondo capilavori dell'arte, frutti ispirati dal
loro genio, pensati dalle menti profonde. - Ed anzi l'illustre Gomez,
l'immortale Ponchielli, dai primitivi convegni presso la trattoria del
« Davide » - oggi pure rinomatissima per quei ricordi
imperituri, - passarono in progresso di tempo alle loro proprie ville,
stabili centri estivi di quanto di più eletto vantò in
questi ultimi tempi l'arte italiana, specialmente quella della musica.
-- Tout passe, tout casse..... ed ora quei nidi sono deserti dall'arte;
ma non mancano ancora oggi artisti egregi e mecenati illustri di
visitare e trattenersi in villeggiatura in quei luoghi, dove
sembrerà loro di respirare nell'aria pura e salubre il
balsamo profumato di tanto rigoglio d'arte, di tanta potenza di genio.
Intanto un altro fatto metteva in luce sotto altro aspetto, non meno
interessante, l'oscuro villaggio; la scoperta di una fonte d'acqua
solfuro-salino-ferruginosa, che esimii specialisti riconobbero dotata
di efficace azione salutare, sia presa come bevanda, o sia assorbita
nei bagni o colle doccie; e il conseguente impianto di uno stabilimento
idroterapico. - Oggi poi che lo slancio coraggioso e pratico
dell'egregio signor Albertini ha fatto assurgere questo stabilimento ad
un livello di primo ordine; - che anche la trattoria del Davide,
ampliata ed abbellita, ha presa l'intonazione di un albergo di
campagna, alla buona, ma benissimo condotto, - la nomea di Maggianico
è assicurata, e in tutta Italia ed all'estero si sa che esiste
questa importante stazione balnearia e climatica.
Ma per chi non l'abbia ancor visitata, non sarà inopportuno qualche cenno descrittivo.
Sul declivio del Magnodeno, o Monte Croce, contrafforte del classico
Resegone, in vista dell'Adda, - che si distende dinanzi, come una
serpeggiante lastra argentata, - fiancheggiata a settentrione da un
torrentello capriccioso che, impaziente di scendere al piano, si.
è scavato un letto più ripido della china del monte,
sorge la bianca, poetica palazzina dello stabilimento balneario
Albertini; e vi si ascende dalla strada provinciale per Bergamo, per un
viale carrozzabile che è poi in diretta comunicazione con quello
che dipartesi dalla stazione ferroviaria di Maggianico, da parecchi
anni istituita sulla linea Lecco-Bergamo-Milano.
Un folto, ombroso parco, intersecato da una rete di viali, provvisti di
artistiche panchine, sovrasta e circonda il fabbricato, incorniciandolo
vagamente, come un bel visino di donna in un cappuccio di nastri
svolazzanti e di trine leggiadramente ondeggiate. - Attraverso questo
parco si sale al chiosco della fonte, posto qualche centinajo di passi
più in su.
Un elegante terrazzo sporgentesi innanzi alla palazzina e che le serve
di accesso, offre a chi arriva una prospettiva. piacevole. - Vi si
ammira una fontana a getto ombrelliforme di effetto stupendo.
Dal lato di mezzodì dello stabilimento una vasta spianata
ombreggiata da ramose piante d'alto fusto, e illuminata la sera, - in
faccia all'aria aperta, eppure protetta dai venti, merce' l'insenatura formata dal colle alla quale si appoggia, - offre insieme
al parco, un luogo gradito di passeggio e di ritrovo pei
villeggianti. - Nell'interno, attraverso un atrio sontuoso, si accede
nel magnifico, grandioso salone a colonnato, arredato con perfetto
chic-; --- intorno, intorno sono disposti eleganti salottini di
conversazione, di lettura, di ricevimento, e le sale da giuoco;
- sopra, per le comode scalee, si giunge alle camere e quartierini
d'alloggio, perfettamente comfortables.
Da ogni punto del giardino, dal terrazzo, dalla spianata, come dal
salone e da ogni finestra della palazzina, si gode una vista ricreante:
di panorami diversi, cosicché anche un terriero talvolta ne
rimane stupito, sembrandogli nuovo un tanto completo teatro di
bellezza. II corso dell'Adda, perdentesi giù giù per la pianura
lombarda, i paeselli sparsi qua e là sui colli circostanti, il
pittoresco San Michele e il Monte Barro di fronte; Lecco, col suo
Territorio e il suo bacino; infine Maggianico, giù sotto, colle
sue ville, artisticamente leggiadre, - formano altrettanti quadretti
incantevoli.
Il casino dei bagni, che per un sottopassaggio comunica coll'albergo,
contiene tutti gli attrezzi per i più moderni sistemi di cura
idroterapica, una freschissima piscina, svariatissime doccie, tra cui
quella automatica; infine, rarissima a trovarsi anche nei migliori
stabilimenti, quella scozzese, che da un solo cannello emana il getto
ghiacciato, il freddo e il caldo fino ad elevata temperatura, - Egregi
medici dirigono la cura. Superfluo ci sembra l'accennare al trattamento
sotto ogni rapporto veramente distinto, alla precisione e decoro del
servizio; diremo invece della modicità della pensione, che non
può certo scontentare il più.... economo dei villeggianti.
A tutte queste attrattive aggiungasi il divertimento delle frequenti
mattinate o serate musicali date dagli artisti o dai dilettanti che si
trovano nello stabilimento, o promosse dal solerte proprietario, col
concorso di artisti appositamente scritturati; - ed il geniale ritrovo
serale, col tema obbligato delle gioconde festicciuole di famiglia; -
ed ognuno converrà con noi che il forastiero, sia o no bisognoso
della cura balneare, troverà nello Stabilimento Albertini un
soggiorno sotto ogni riguardo gradito.
Anche all'Albergo del « Davide » situato più in
fondo al paese, e precisamente alla frazione di Barco, sulla strada
provinciale di Bergamo, si é trattati benissimo; anche là
v'hanno belle sale da giuoco, da ballo e da conversazione, un vasto
cortile ed un terrazzo protetti da pergolati, anche là i ritrovi
sono cordiali, allegrissimi; - e le avvenenti giovani figlie del
proprietario, fiorenti della vita che dà il « bel sangue
lombardo », contribuiscono ad elettrizzare l'ambiente....
da:
"Guida illustrata e descrittiva di Lecco e Territorio"
edita per cura della Società Pro Lecco - Tipografia Fratelli Grassi 1893
(copia anastatica Casa
Editrice Stefanoni 1993)
Seguendo la nostra
via che costeggia l'Adda, ritornata lago, scorgiamo subito a sinistra
un paesello , posto ai piedi del Magnòdeno, che si stende su un
rialzo naturale di terra quasi piano, protendentesi fin vicino
all'Adda; è Maggianico. La nostra strada avvicinandosi s'incava
in questo rialzo di pochi metri d'altezza, e fa l'effetto di staccare
l'ultimo pezzo di terreno che si trova verso il fiume, come l'avesse
tagliato fuori. Resta quindi in forma di piccol poggio isolato a destra
; su di esso sorge oggi una villa, che è quella del Ponchielli.
Maggianico è dunque a sinistra, ma molto più in là
della strada cioè a' piedi del monte, come abbiam detto.
Prima d'internarsi in quel breve tratto di via rinserrata ai fianchi,
volgiamoci ancora indietro ad ammirare il panorama di prima.
E' diventato diverso! Il fianco del Magnòdeno, o
dirò meglio d'un poggio di esso, nasconde al nostro sguardo
tutto il Resegone e circoscrive la prospettiva ai due dirupi dei Corni
di Canzo e del San Martino. Ma alle spalle di quest'ultimo s'innalzano
più eccelse le scogliere del Grigna e riducono il quadro ad un
carattere nuovo.
Dirvi ancora del severo e mirabile spettacolo, ormai m'avvedo che
sarebbe folle impresa; giacché per quanto si faccia , la' parola
non può rendere mai l'idea d' una veduta, come non può
dare quella d'un motivo musicale. Si ha un bel spiegare ad un ragazzo
che va alla scuola, come è fatto un mastodonte, che se non
glielo si presenta disegnato sulla carta, l'idea del mastodonte non gli
entrerà in testa mai. - Così dicasi di noi. Chi scrive
può ben illudersi per un istante.
Dopo la villa del
Ponchielli ne troviamo un'altra più ancora a destra, quasi
vicino all'Adda , ma più ricca ed elegante: è quella del
maestro Gomes.
A sinistra della strada incontriamo Barco, dove, nascosto fra muri di
cinta e il verde delle piante, c'è la casa del Ghislanzoni.
Manzoni al
Caleotto, Ponchielli, Gomes e Ghislanzoni : quattro intelligenze su un
breve spazio di terreno, fanno come un quadrilatero allo sbocco del
territorio di Lecco, che incute rispetto colla propria presenza. Un
quadrilatero
d'intelligenze siffatte non si trova facilmente dappertutto. Non
c'è in tutta quanta la Spagna, nè nella vastissima Russia.
Alla villa del Gomes, detta Villafiori per la quantità
strabocchevole di questi , è rimarchevole un museo indiano ed
una raccolta ornitologica dell'America del Sud.
Nel museo indiano troverete freccie, archi, fiori di penne, picche di
un legno pesante come il ferro, coltelli di osso, ed altri strumenti
bellici come
l'inubia e il maracà che sono lance con spuntoni d' osso fatti
con tibie di nemici, o di pezzi di silice: ornamenti che adornavano i
capi (cacicco) delle tribù del Guarany, propaggini della
tribù
Paraguay; quivi troverete quel bori, istrumento musicale da cui
il Gomes prese il modello che vediamo nel terz'atto del suo
Guarany; poi attraverso una parete vedrete distesa una pelle di
serpente lunga 6 metri; è quella d'un giovane sucury
perchè un adulto sarebbe lungo il doppio e grosso d'altrettanto.
Il sucury è forse il serpente più grande che si conosca:
inghiottisce un
bue; egli si pone in agguato in una maniera assai curiosa e che ha
persino dell' inverosimile, perchè il collo gli serve di piede e
la coda s'innalza verticalmente da terra e resta immobile fino
all'avvicinarsi della preda; voglio dire che curvando il collo in modo
da rappresentare in un colla testa la forma di uncino, e tenendo tutto
il resto del corpo ritto verticalmente, appoggia il collo al suolo
preferibilmente in una palude, tenendo fuori il muso per respirare.
Quell'immobilità non sgomenta gli animali che gli serviranno di
pasto, e quando un cavallo, un bue, od altro incauto gli si è
avvicinato tanto da essere a tiro, egli gli piomba a dosso
co' suoi dieci metri di corta, l'avvolge, lo stringe, lo stritola e poi
lo inghiottisce. Ma poi viene la volta anche per lui, che ridottosi pel
troppo cibo nella impossibilità di muoversi è preso dalle
pelli rossi che ne fanno aspra vendetta. E così sia! Nè
meno interessante è la raccolta ornitologica; tutta roba del
Brasile : parte vivi e parte imbalsamati, sono una infinita
varietà di uccelli del Paradiso di tutti i colori , di tutte le
dimensioni, fra cui primeggiano gli uccelli mosca lunghi dal becco alla
coda la bellezza di due centimetri: la Roligna che è la
tortorella più piccola del mondo; certi canarini americani d'un
giallo arancio diverso dai canarini che siam soliti vedere e di questi
un po' più
grandi; il cardinale, uccello africano che canta come il canarino, e
l'Arara bleu e gialla delle sponde del fiume San Francisco, e quella
rossa del fiume Tieté, provincia di San Paolo; queste Arara
parlano come i pappagalli. Ma le specie più curiose sono
l'Inambú e l'Araponga, la prima una piccola gallina, una specie
di pernice delle foreste vergini della provincia di San Paolo, il cui
canto consiste nell'emissione di una infinità di note in scala
che abbracciano tutta la tastiera d'un pianoforte con cinque a sei note
intermedie fra l'una e l'altra della scala musicale, tutte
perfettamente intonate; e l'Araponga, grande come una nostra tortorella
i cui suoni sono perfettamente quelli d'un martello d'acciajo che batte
su una incudine: par di sentire un fabbro percuotere cinque o sei colpi
spessi e concitati come d'invito, poi una breve pausa per dar tempo
alla mano di sollevare il magliolo quanto lo comporta la lunghezza del
braccio, e poi giù un colpo a tutta forza tanto sonoro da far
schiantare le orecchie. È questo un genere di canto, che produce
un effetto strano.
Ancora altre curiosità troverete in questa villa, ma noi non
possiamo per ora darvene esteso ragguaglio per non occupare troppo
spazio in queste pagine destinate a troppe altre cose. Però se
vi recherete a visitare la villa ve ne troverete contenti. Nel museo
fra le minuzie trovai un pezzo di pianta che mi destò non poca
sorpresa, perchè nell'interno , quel che sarebbe il midollo ; a.
sezionarlo orizzontalmente , lo si vede disegnare una croce di malta
esattissima. Si chiama Croce del Parà.
Parlare di Barco e di Maggianico senza discorrere del Ghislanzoni e delle acque solforose, sarebbe proprio un mancare di rispetto alle tradizioni storiche d'un paese ed a' personaggi che lo illustrarono, e noi che abbiamo incominciato questo capitolo con la pretenzione di darvi un quadro prospettico del territorio di Lecco , ma che abbiamo avuto il merito incontestabile d'accorgerci per tempo della nostra minchioneria, cediamo subito carta, penna e calamajo, all'amico Ghislanzoni il quale vi dirà di Barco, storia, vita e miracoli.
Continua... Maggianico: la frazione Barco
