Pochi lecchesi sanno che
dalla seconda metà del secolo scorso Maggianico (più propriamente la
località Barco) era un importante punto d'incontro di artisti.
Citiamo qualche nome: Antonio Ghislanzoni,
Amilcare Ponchielli, Carlo Gomez, Alfredoo Catalani, Roberto Fontana,
Vespasiano Bignami, Antonio Cagnoni, il fondatore del "Corriere della
Sera" Eugenio Torelli Viollier, Emilio e Marco Praga, Domenico Oliva,
Dario Papa, Ferdinando Fontana, Romilda Pantaleoni, Teresina Brambilla
Ponchielli, Giuseppina Brambilla, Elvira Brambilla, Teresina Singer,
Nicola Figner, Vincenzo Appiani, i giovani Giacomo Puccini e Pietro
Mascagni, ecc. ecc.
In questa schiera di poeti, drammaturghi,
pittori, giornalisti, musicisti, pianisti e cantanti, che per lo più si
riunivano presso l'Albergo Ristorante Davide, c'era anche Francesco
Tamagno, il primo "Otello", l'Otello per eccellenza.
La casa che era solito abitare (ove visse e morì
il musicista Pietro Corio) aveva un balcone che dava verso il Davide e non
era molto lontana dalle case di proprietà di Amilcare Ponchielli, Carlo
Gomez, Vincenzo Appiani e dell'amico senatore Martelli.
Ricordano i discendenti dell'oste "Davide" come
il Tamagno - che qui con Romilda Pantaleoni (che poi al suo fianco era
stata la prima Desdemona in "Otello") si preparò alla "Marion Delorme"
ponchielliana - fosse solito dare la sveglia agli amici "scapigliati"
villeggianti nella zona cantando con la sua abituale potenza, dal balcone
che vi mostriamo nella foto.
Una sveglia quanto mai consona a quel luogo ove
la musica e i versi per le opere erano quotidiana fonte di discussione.
Quanto potente
fosse la voce di Francesco Tamagno lo possiamo dedurre da un disco della
"Voce del Padrone" (QALP 5336), serie "Voci Illustri" riportante alcune
sue grandi interpretazioni, colte quando era al termine ormai e della
carriera e della vita. Del 1903 e del 1904 (la morte lo colse il 31 agosto
1905 a Varese) sono le incisioni - che i tecnici de "La Voce del Padrone"
hanno straordinariamente ringiovanito in un'impeccabile ricostruzione
tecnica - del celebre "Esultate", "Ora e per sempre addio" e "Niun mi
tema" da "Otello", "Deserto sulla terra" e "Di quella pira" da "Il
Trovatore", "Un dì all'azzurro spazio" da "Andrea Chenier", "O muto asil
del pianto" e "Corriam, voliam" dal "Guglielmo Tell", "Re del cielo e dei
beati" da "Il profeta" meyerbeeriano, "Figli miei v'arrestate" "Sopra
Berta l'amor mio" dal "Sansone e Dalila" di Saint Saens, "Quand nos jours"
dall' "Erodiade" di Massenet.
A proposito di questo microsolco condividiamo
appieno quanto scrive Guido Tartoni nelle ricchissime note di copertina:
"Si può affermare, senza tema di esagerazioni, che questo disco in cui per
la prima volta appaiono riversamenti diretti dalle incisioni originali di
Tamagno e non riproduzioni più o meno fedeli di copie, costituisce una
pietra miliare nella storia del bel canto e del fonografo.
GIACOMO DE SANTIS
da "Il Giornale di Lecco" di Lunedì 6 Maggio
1968
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