Nel 1936 venivano demoliti a Castello
il convento e la chiesa di San Giacomo, costruiti intorno
al 1530. Nella demolizione vennero salvati il portale ora
al Museo civico di Lecco, e affreschi che decoravano la
parete in fondo della Chiesa.
E stato fatto per queste pitture il nome di
Gaudenzio Ferrari, o della sua cerchia, e certamente
qualcosa del maestro e della maniera sua degli ultimi
anni è reperibile nella nostra crocefissione. Le
somiglianze con la sua pittura sono però troppo larghe e
generiche per risalire ad una attribuzione; certe figure
come la Maddalena inginocchiata, il gruppo con la
Vergine, il San Giovanni Evangelista, i cavalli e
limmancabile cagnolino bastardo sono piuttosto
patrimonio della pittura lombarda tra il XV e il XVI
secolo, che di Gaudenzio Ferrari. Furono molti gli
scolari e gli imitatori anche tardivi di Gaudenzio
Ferrari, ed è certo in questa schiera che va ricercato
lignoto affrescatore della chiesa di San Giacomo.
E assai difficile pensare poi che il convento di
San Giacomo, edificato in tempi tuttaltro che
pacifici, « con limosine poi dello stesso
Medeghino e de popoli circunvìcìni, ed in
particolare quelli di Lecco », fosse stato
immediatamente completato e decorato; prima cioè del
1546, anno della morte di Gaudenzio Ferrari.
Laccentuarsi degli elementi, per così dire
michelangioleschi, nel disegno e nella ricerca
volumetrica delle figure, fa pensare ad una imitazione
della maniera più tarda del Ferrari; non altrettanto si
può dire per la sommarietà di certi panneggi, per un
certo imbarazzo nella soluzione della parte alta della
Crocefissione, come pure per la presenza di qualche
scorrettezza nel disegno delle figure secondarie, quali
la donna col bambino seminascosta dietro un cavallo.
Si deve pensare quindi ad unopera posteriore alla
metà del 1500, nella quale accanto ad esecutori
assolutamente secondari, sia intervenuto nella.
composizione dellinsieme e, nellesecuzione
delle parti principali (il Cristo, gli Angeli, almeno un
ladrone) un maestro non secondario e certo non immemore
dellapporto di Gaudenzio Ferrari. Bibliografia:
B. Berenson « The North Italian Painters of the
Renaissance » Londra 1907.
E. Hatsey « Gaudenzio Ferrari » Londra 1908.
P. Galtoni « Sacro Monte di Varallo » Varallo 1909.
G. Paoli in « Thieme-Becker, Kunslter-Lexikon » XI Lipsia
1915.
A. Mastalli « Il convento degli Zoccolanti ecc. » «
Memorie storiche della Diocesi di Milano » Milano 1954.
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